00 22/10/2005 14:28
Adriano Celentano
a Rockpolitik
ROMA - Prima il mondo secondo Adriano, diviso fra chi è "lento" e chi è "rock", una lista di chi o cosa appartiene alla prima categoria (il lotto, Moggi, la minestrina, Topolino, la formica) o alla seconda (i jeans, Cassano, la cicala e Valentino Rossi, il sesso e le polpette, e in chiusura di trasmissione pure il Papa). Poi Gerard Depardieu che recita Aspettando i barbari di Kavafis. Quindi una "visita guidata" attraverso i vizi della libertà d'espressione (alla quale è dedicata la puntata): i volti di Biagi, Grillo e Luttazzi, le ragioni per cui hanno declinato l'invito allo show, la classifica della libertà di stampa nel mondo, le parole di Fabrizio Del Noce e la sua intenzione di sospendersi per non aver potuto verificare i contenuti dello show. E poi l'intervento di Santoro, che chiude inneggiando alla fratellanza, all'eguaglianza, alla cultura, alla libertà. Inizia così, su RaiUno, Rockpolitik, il programma più atteso, chiacchierato, blindato, bersagliato dalle polemiche.

Spettacolo e politica. Celentano se la ride e se la canta, occhiali scuri, vestito Armani, pantalone grigio, camicia stampata, stivaletti d'ordinanza, beige. Si muove fra il ponte di Brooklyn e le pagode cinesi, atmosfere apocalittiche e nuvole in corsa (le scenografie di Gaetano Castelli), illuminato dai fari di un elicottero virtuale.

Un po' di rock'n'roll, poi il siparietto con un autoironico Depardieu: "In questo momento i francesi non mi amano molto, dicono che mi ubriaco, faccio colpi di testa". E Celentano: "Me lo hanno detto. Quando ho chiesto se era arrivato Depardieu, mi hanno risposto di sì ma di stare attento perché tra un po' si ubriaca...".

Prima di Santoro, un promemoria. Adriano ricorda: "Tutto è cominciato il 18 aprile del 2002", in onda le immagini di Silvio Berlusconi in Bulgaria che parla di "uso criminoso" della tv. Poi, la classifica della "Freedom of the Press 2005", la libertà di stampa, Italia al 77esimo posto, "fra Bulgaria e Mongolia", dice Celentano. Ancora: una foto di Del Noce, già citato, fra l'altro, da Celentano, quando ha diviso il mondo in chi è "lento" e chi è "rock": "Chi si sospende, è lento. Ma se è una finta, è rock".

Un microfono per Santoro. "Hanno tutti paura delle parole - afferma il cantante-conduttore - oggi si possono dire solo cose che non danno fastidio a nessuno". Entra Santoro, applauso del pubblico. "La destra - dice Celentano - ti accusa di aver fatto un uso criminoso della tv, la sinistra dice che le hai fatto perdere le elezioni". Poi, con enfasi: "Vorrei darti questo microfono".

Santoro lo ringrazia due volte: "Perché hai affermato un principio sacro, la libertà d'espressione. E perché hai ricordato questa vicenda, Biagi, considerato da tutti gli italiani il più auterevole dei giornalisti, per molto tempo una colonna della Rai, e Daniele, talento straordinario. Questa roba però appartene al passato, abbiamo fatto quel che consigliava Montanelli, abbiamo preso la medicina. Ora stiamo andando verso un futuro diverso".

Una parte della scenografia
Il giornalista ribadisce il desiderio di tornare a un programma tutto suo, "questo non è il mio microfono... Io voglio quello che hai tu - dice a Celentano - entrare in uno studio e decidere cosa raccontare, quello è il mio microfono, fino a quando non lo avrò, non mi sentirò la persona che penso di essere".

"Questo è il momento più atteso della trasmissione - sostiene Celentano - tu hai fatto un gesto importante, hai dato le dimissioni, so che sei andato al Parlamento europeo proprio per fare questa battaglia". Santoro si rivolge ai suoi ex collaboratori, "a causa mia avete passato un sacco di guai, ma adesso torno, e vado fino in fondo, preparatevi a lavorare".

Poi, alle figlie: "Ho fatto un sacco di errori nella mia vita, ma credo di aver agito sempre con correttezza, di aver raccontato con onestà il mondo che vedevo intorno a me. Infine, "una cosa al pubblico: viva la fratellanza, viva l'eguaglianza, viva la cultura, e viva la libertà".

Crozza attacca il centrosinistra. E Bush. A ripristinare, ironicamente, la par condicio, ci pensa Maurizio Crozza, con una canzone in stile Gipsy King dal titolo Zapatero e Zapatera, dedicata a Sabina Guzzanti (che ha diretto il film Viva Zapatero!). Nel brano, battute come "Bertinotti fa spese in via Condotti", "Prodi bofonchia e pare un prelato", "Ho sognato Che Guevara e c'è Bordon". Poi, però, più tardi ricompare nelle vesti di un Bush spaccone, codardo e insipiente: "Quando mi hanno detto che Katrina aveva rotto le acque, volevo mandarle dei fiori", "A New Orleans ci sono andato con gli anfibi che mi aveva appena regalato Berlusconi, ancora freschi di saliva".

L'intervento di Meocci. Da registrare un intervento a sorpresa del direttore generale della Rai, Alfredo Meocci, in platea. Celentano gli dà il microfono: "Vengo dalla provincia, sono un uomo libero, come eravamo ai tempi della via Gluck. Diamocene atto: un pochino, stasera, nella graduatoria della libertà siamo cresciuti. Hai attaccato il capo di RaiUno su RaiUno, più liberi di così...". "Del Noce - chiede il Molleggiato - è finto o vero?". "Noi riflettiamo - risponde Meocci - la parola è lenta, il silenzio è rock". "Tutto sommato - dirà poi Adriano - la Rai è rock, certo un po' sofferto, però siamo qui, forse a Mediaset non si potrà mai fare e quindi sono contento".


COSA NE PENSATE DI QUESTO PROGRAMMA???
Aldo,Giovanni e Giacomo Forum