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Nereo Rocco

Ultimo Aggiornamento: 20/02/2015 18:57
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Esattamente 36 anni fa ci lasciava Il ParònNereo Rocco.

 
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Biografia da Wkipedia
« – Vinca il migliore...
– Ciò, speremo de no! »
(Un celebre dialogo tra un giornalista e il paròn)

Nereo Rocco (Trieste, 20 maggio 1912 – Trieste, 20 febbraio 1979[4]) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo mezzala.

Nereo Rocco nacque a Trieste il 20 maggio 1912 nel rione di San Giacomo. Già da piccolo la sua famiglia si trasferì in Rion del Re, dove poi Rocco abitò per tutta la vita con la moglie ed i figli. La famiglia di Rocco era di condizione agiata grazie alla macelleria di loro proprietà che era un'importante fornitrice delle navi nel porto. La passione per il gioco del calcio, nacque in Nereo fin da piccolo, osservando le partite della neonata Unione Sportiva Triestina che giocava in un campo di calcio vicino a casa sua: lo storico campo di Montebello dove la Triestina giocò fino al 1932, anno in cui si trasferì allo stadio di Valmaura, l'attuale Stadio Giuseppe Grezar. Nato ufficialmente come Nereo Roch (il nonno era austriaco, trasferitosi a Trieste da Vienna), cambiò il suo cognome in Rocco nel 1925, per poter ricevere la tessera del fascio, allora necessaria per lavorare nel porto. Morì il 20 febbraio 1979 nell'Ospedale Maggiore di Trieste, dopo una breve malattia.

 
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Carriera (Giocatore)
Rocco, prima di esordire come calciatore, organizzava piccoli tornei con gli amici creando vere e proprie squadre fino a quando un giorno venne notato da Ovidio Paron, dirigente della Società Ginnastica Triestina, che lo portò tra le file della propria squadra. Nel 1927, grazie all'insistenza dell'amico Piero Pasinati, Rocco entrò a far parte delle giovanili della Triestina per poi passare alle riserve della prima squadra. Fece il proprio esordio in Serie A il 6 ottobre 1929 in una partita contro il Torino, persa dagli alabardati per 1-0. Diventò ben presto titolare a 18 anni, occupando il ruolo di mezz'ala. Rocco giocò con la Triestina dal campionato 1930-1931 al 1936-1937, otto stagioni, giocando 232 partite e totalizzando 66 reti.

Nel 1937 passò al Napoli, acquistato per 160.000 lire dell'epoca con il compagno di squadra Germano Mian[5], debuttando con la nuova squadra in campionato alla prima giornata, il 12 settembre 1937 nella sconfitta in trasferta contro il Bologna per 3-2 e segnando la prima rete il 14 novembre 1937, nona giornata di campionato, nel pareggio casalingo contro il Genova 1893 per 2-2, gol decisivo per il risultato finale[5] ed unico gol per quella stagione.[6] L'anno successivo, a seguito dell'esonero dell'allenatore Eugen Payer, fece parte della commissione tecnica che guidò i partenopei,[7][8] e con sei reti, tra cui una nella vittoria casalinga per 4-1 del 19 febbraio 1939 contro la Juventus, fu il cannoniere della squadra.[9] Con i campani, in 52 partite, segnò 7 reti in massima divisione; tra questi, c'è il gol della vittoria del 5 febbraio 1939 ai danni del Milan per 1-0

Passò quindi al Padova in Serie B, ottenendovi 47 partite e 14 reti; nella stagione 1942-1943 disputò il campionato di Serie C nelle file della squadra, prettamente militare, del 94º Reparto Reggimento Distrettuale di Trieste[11]. Per un breve periodo, nel dopoguerra, fu allenatore-giocatore della Libertas Trieste, sempre in C. In totale Rocco ha disputato in massima serie 287 gare in 11 campionati, segnando 69 gol.
Nazionale
Indossò la maglia della Nazionale in un'occasione: Vittorio Pozzo lo schierò nella partita di qualificazione al campionato mondiale di calcio 1934, disputata il 25 marzo 1934 a Milano contro la Grecia e vinta dagli azzurri per 4-0. Pur facendo parte del gruppo che affrontò il ritiro in previsione del torneo, Rocco non risultò nella rosa dei convocati per il mondiale. Giocò anche in Nazionale B, segnando il gol con cui 27 ottobre 1935 gli azzurri batterono a Genova la nazionale della Cecoslovacchia per 3-1


 
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20/02/2015 10:04
 
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Carriera (Allenatore)
Da allenatore introdusse in Italia il "catenaccio", il modulo tattico prettamente difensivo ideato in Svizzera negli anni trenta. L'allenatore triestino sperimentò questo assetto già durante la sua carriera da giocatore, quando giocò nel ruolo di libero nella squadra della Libertas, negli anni dell'immediato dopoguerra. In un'amichevole contro la più quotata Triestina, Rocco riuscì ad infliggere una clamorosa sconfitta agli alabardati, che lo prenotarono per l'anno seguente. La Triestina, finita ultima nella stagione 1946-1947 e ripescata per via della difficile situazione in cui versava la città nel dopoguerra, grazie al nuovo giovane tecnico e alla nuova tattica che prevedeva il battitore libero, arrivò addirittura a classificarsi seconda dietro al Grande Torino nel campionato 1947-1948. Con questo risultato iniziò la storia di Nereo Rocco allenatore.
Venne quasi subito soprannominato el paròn ("il padrone"), soprannome che lo accompagnò per sempre.

Dopo due buoni ottavi posti nelle stagioni seguenti, 1948-1949 e 1949-1950, Rocco venne allontanato dalla Triestina per ragioni mai del tutto chiarite ed assunto dal Treviso, in serie B. Dopo tre stagioni anonime con i trevigiani, Rocco venne richiamato alla guida della Triestina in Serie A, ma ancora fu esonerato nel corso della stagione 1953-1954 dopo un pesante 0-6 casalingo patito contro il Milan.

Rocco non rimase disoccupato a lungo: fu infatti chiamato a salvare un malcapitato Padova, relegato nei bassifondi della cadetteria, pur avendo in rosa giocatori di categoria. Dopo una salvezza insperata, Nereo Rocco preparò il suo Padova per il grande salto in serie A, che avvenne nella stagione successiva 1954-1955. Nella sessione acquisti estiva Rocco fece acquistare Blason, già con lui nella Triestina che si piazzò seconda, Moro e Azzini, destinati a diventare suoi fedelissimi. Nella stagione 1957-1958 il Padova si classificò terzo e negli anni successivi continuò a piazzarsi sempre nelle zone medio - alte della graduatoria.

Dopo aver allenato con Paolo Todeschini la Nazionale olimpica, classificatasi al quarto posto ai Giochi della XVII Olimpiade di Roma,[14][15] Rocco fu ingaggiato dal Milan, dove vinse lo Scudetto al primo campionato. Grande protagonista di quella stagione fu il diciannovenne Gianni Rivera. Nella stagione successiva (1962-1963), Rocco mise in bacheca la prima Coppa dei Campioni del Milan e del calcio italiano, battendo a Wembley il Benfica di Eusebio. Dopo questi trionfi, Rocco finì al Torino, guidandolo per 3 stagioni, con l'acuto del terzo posto nella stagione 1964-1965, per poi assumere l'anno successivo sempre coi granata nella stagione 1966-1967 il ruolo di direttore tecnico. All'inizio della stagione 1967-1968 Rocco fu ingaggiato nuovamente dal Milan con il quale conquistò nuovamente lo scudetto e, nello stesso anno, la Coppa delle Coppe. La stagione seguente fu ancora il turno del massimo alloro europeo, vincendo la seconda Coppa dei Campioni mentre, in quella ancora successiva, dopo una memorabile sfida in Argentina contro l'Estudiantes, gli riuscì di conquistare la Coppa Intercontinentale che al Milan era sfuggita nel 1963.

In quegli anni Rocco consacrò definitivamente il talento di Rivera; inoltre el paròn rivalutò gente come il portiere suo concittadino Fabio Cudicini e l'anziano svedese Kurt Hamrin, già fromboliere con lui a Padova. Dopo aver guidato i diavoli per altre tre annate, vincendo ancora una Coppa delle Coppe nel 1972-1973 e la Coppe Italia nel 1971-1972 e nel 1972-1973, l'allenatore triestino lasciò il Milan a febbraio 1974 per divergenze con la dirigenza. Passò quindi alla Fiorentina che sperava, unendo l'esperienza dell'allenatore triestino al talento e all'energia di alcuni giovani emergenti quali Antognoni, Caso, Della Martira, Desolati, Guerini, di poter lottare per lo scudetto. Ottenne un ottavo posto finale in campionato e lasciò la panchina gigliata a fine maggio 1975, proprio prima della fase finale di Coppa Italia che i viola vinsero.

Ricoprì successivamente il ruolo di direttore tecnico nel Padova e per due stagioni nel Milan, per poi tornare in panchina nel 1977 dopo l'esonero di Giuseppe Marchioro. Vinse la Coppa Italia edizione 1976-77. Detenne per 28 anni, dal campionato 1977-1978, il record di presenze come allenatore in serie A con 787 partite, battuto solo nel 2006 da Carlo Mazzone (arrivato a 795 partite).

 
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Palmares
Allenatore
Nazionali
Campionato italiano: 2
Milan: 1961-1962, 1967-1968
Coppa Italia: 3
Milan: 1971-1972, 1972-1973, 1976-1977

Internazionali
Coppa delle Coppe: 2
Milan: 1967-1968, 1972-1973
Coppa dei Campioni: 2
Milan: 1962-1963, 1968-1969
Coppa Intercontinentale: 1
Milan: 1969

Individuale
Seminatore d'oro: 1
1962-1963
Inserito nella Hall of fame del calcio italiano
2012 (riconoscimento alla memoria)

 
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20/02/2015 18:57
 
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che palmares impressionante
questo ci suggerisce una domanda amletica.
Meglio vincere giocando male (catenaccio) o perdere giocando abbastanza bene (vedi nazionale 2007-2015)?????

 
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