L’EPIDEMIA di influenza dei polli sta evolvendo in modo preoccupante nelle regioni dell'Estremo Oriente, in particolare nel Vietnam. I ricercatori dell'Organizzazione Mondiale della Sanità temono infatti che anche i maiali siano stati contagiati dal virus H5N1, il virus che appunto causa l'influenza dei polli. Numerosi animali sono infatti morti improvvisamente, come se fossero stati colpiti da una forma fulminante. Ma è anche possibile che i maiali ospitino il virus dei polli senza manifestare i sintomi della malattia: in questa eventualità è possibile che il virus sia mutato nel loro organismo e possa essere in grado di ricombinarsi con altri virus dell'influenza, tra cui quella umana, in grado di diffondere così una nuova forma influenzale nella nostra specie.
In passato si è verificato di frequente il passaggio di altri virus dell'influenza dai polli al maiale e dal maiale agli esseri umani, sempre nelle regioni dell'Estremo Oriente in quanto in quei luoghi esistono allevamenti misti di polli, anatre e maiali che crescono in condizione di promiscuità, tali da favorire lo scambio di virus da specie a specie. Questi allevamenti misti, in condizioni climatiche favorevoli, sono stati e sono tuttora un ottimo terreno di incubazione di nuove forme virali. In queste situazioni di contatto tra gli animali i virus dei polli e quelli dei maiali formano facilmente delle chimere, vale a dire si scambiano materiale genetico e possono diventare virulenti nei confronti di altre specie.
La prima misura che può circoscrivere l'infezione alle aree in cui si è manifestata ed evitare che essa dilaghi sotto forma di epidemia o pandemia, consiste nel combattere il virus sul luogo, vale a dire in Oriente, agendo con determinazione nei confronti degli allevamenti e circoscrivendo le zone dove sono colpiti gli esseri umani. Per quanto riguarda l'Occidente, le misure di protezione, basate finora sul blocco dell'importazione di pollame, dovranno essere estese anche all'importazione dei maiali. Non è però il caso di farsi prendere da timori ingiustificati in quanto nel nostro paese non vi è nessun pericolo nel consumare carne suina, fresca o sotto forma di prosciutti e di insaccati. Diventa però sempre più importante realizzare in gran fretta un vaccino e per fortuna le notizie in tal senso sono positive: in un laboratorio inglese, il National Institute for Biological Standards, è in fase avanzata la creazione di un nuovo vaccino, basato su tecniche avanzate di ingegneria genetica e realizzato attraverso la combinazione di geni dell'influenza dei polli e di quella umana. I ricercatori del laboratorio inglese, uno dei tre al mondo che si dedicano a questo problema, calcolano che in circa due mesi dovrebbero essere in grado di disporre del vaccino, il che permetterebbe di effettuare vaccinazioni di massa nel caso si dovesse verificare una temibile pandemia.