Influenza dei polli

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Agg-Webmaster
00venerdì 14 ottobre 2005 21:11


L’EPIDEMIA di influenza dei polli sta evolvendo in modo preoccupante nelle regioni dell'Estremo Oriente, in particolare nel Vietnam. I ricercatori dell'Organizzazione Mondiale della Sanità temono infatti che anche i maiali siano stati contagiati dal virus H5N1, il virus che appunto causa l'influenza dei polli. Numerosi animali sono infatti morti improvvisamente, come se fossero stati colpiti da una forma fulminante. Ma è anche possibile che i maiali ospitino il virus dei polli senza manifestare i sintomi della malattia: in questa eventualità è possibile che il virus sia mutato nel loro organismo e possa essere in grado di ricombinarsi con altri virus dell'influenza, tra cui quella umana, in grado di diffondere così una nuova forma influenzale nella nostra specie.


In passato si è verificato di frequente il passaggio di altri virus dell'influenza dai polli al maiale e dal maiale agli esseri umani, sempre nelle regioni dell'Estremo Oriente in quanto in quei luoghi esistono allevamenti misti di polli, anatre e maiali che crescono in condizione di promiscuità, tali da favorire lo scambio di virus da specie a specie. Questi allevamenti misti, in condizioni climatiche favorevoli, sono stati e sono tuttora un ottimo terreno di incubazione di nuove forme virali. In queste situazioni di contatto tra gli animali i virus dei polli e quelli dei maiali formano facilmente delle chimere, vale a dire si scambiano materiale genetico e possono diventare virulenti nei confronti di altre specie.


La prima misura che può circoscrivere l'infezione alle aree in cui si è manifestata ed evitare che essa dilaghi sotto forma di epidemia o pandemia, consiste nel combattere il virus sul luogo, vale a dire in Oriente, agendo con determinazione nei confronti degli allevamenti e circoscrivendo le zone dove sono colpiti gli esseri umani. Per quanto riguarda l'Occidente, le misure di protezione, basate finora sul blocco dell'importazione di pollame, dovranno essere estese anche all'importazione dei maiali. Non è però il caso di farsi prendere da timori ingiustificati in quanto nel nostro paese non vi è nessun pericolo nel consumare carne suina, fresca o sotto forma di prosciutti e di insaccati. Diventa però sempre più importante realizzare in gran fretta un vaccino e per fortuna le notizie in tal senso sono positive: in un laboratorio inglese, il National Institute for Biological Standards, è in fase avanzata la creazione di un nuovo vaccino, basato su tecniche avanzate di ingegneria genetica e realizzato attraverso la combinazione di geni dell'influenza dei polli e di quella umana. I ricercatori del laboratorio inglese, uno dei tre al mondo che si dedicano a questo problema, calcolano che in circa due mesi dovrebbero essere in grado di disporre del vaccino, il che permetterebbe di effettuare vaccinazioni di massa nel caso si dovesse verificare una temibile pandemia.



Beau Geste
00domenica 16 ottobre 2005 22:39
Non è mica roba da poco... Però sono vegetariano!
Agg-Webmaster
00domenica 16 ottobre 2005 23:57
Re:

Scritto da: Beau Geste 16/10/2005 22.39
Non è mica roba da poco... Però sono vegetariano!


la carne cotta è immune al virus. il virus si annida nelle viscere.
Beau Geste
00sabato 22 ottobre 2005 10:26
Re: Re:

Scritto da: Agg-Webmaster 16/10/2005 23.57

la carne cotta è immune al virus. il virus si annida nelle viscere.


Non c'è problema
Agg-Webmaster
00sabato 22 ottobre 2005 14:22
Re: Re: Re:

Scritto da: Beau Geste 22/10/2005 10.26

Non c'è problema



nel mondo si è venuta a creare una psicosi
Agg-Webmaster
00sabato 22 ottobre 2005 14:29
Virus polli, pandemia ci saràUe: accumulare vaccini antivirali
"Ci sono voci che dicono che ci sarà una pandemia, ma nessuno sa quando questa pandemia potrebbe verificarsi, e comunque non sarebbe necessariamente correlata all'influenza aviaria". E' quanto ha tenuto a spiegare il commissario europeo alla salute, Markos Kyprianou, il quale ha tuttavia consigliato agli Stati membri "di accumulare antivirali da usare in caso di rischio effettivo.


Per quanto riguarda la possibilità di un vaccino contro il virus H5N1, Kyprianou ha spiegato che se ne parlerà la settimana prossima, ma è comunque difficile prevedere un vaccino "perché non c'è un virus". Lo stesso commissario Ue ha anche annunciato che la Commissione sta considerando l'ipotesi di aprire un Fondo di solidarietà da un milione di euro per sostenere il finanziamento di anti-virali nel caso di pandemia. "Quello che è importante - ha detto - che la situazione diventi una priorità per utti gli stati membri". La Commissione, tuttavia, sta anche cercando di accelerare la fase di preparazione del vaccino attraverso contatti continui con le case farmaceutiche.

L'allarme pandemia è stato lanciato dal direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità, il sudcoreano Lee Jong-Wook. "E' solo questione di tempo. L'epidemia avrà conseguenze disastrose, che faranno sembrare insignificanti quelle provocate dalla Sars", la polmonite atipica che, esplosa nel 2003, provocò 700 morti e generò nel mondo danni economici per ben 30 miliardi di dollari.

Finora il virus H5N1 ha causato la morte di oltre 60 persone in Vietnam, Thailandia, Cambogia e Indonesia, ma la trasmissione è avvenuta solo da pollame a uomini e non esistono prove certe che il virus si sia invece mai propagato da persona a persona. Il timore della comunità scientifica è che il virus possa mutare in una forma genetica più aggressiva e capace di trasmettersi tra gli esseri umani. Lee ha spiegato che se scoppiasse un'epidemia di influenza aviaria in Corea del Sud - dove ancora non sono stati registrati casi tra la popolazione - verrebbero contagiati milioni di persone in un brevissimo lasso di tempo.

Lo scorso mese di settembre, l'Onu ha sostenuto che un'epidemia aviaria potrebbe coinvolgere 150 milioni di persone in tutto il mondo.





Romania, individuato virus polli
Ceppo letale, provocò morti in Asia
Il virus dei polli è stato trovato in Romania in alcune anatre morte nel delta del Danubio. Si tratta del micidiale ceppo H5N1, una versione dell'influenza aviaria che ha causato la morte di oltre 60 persone nel sud-est asiatico. Al momento però non si ha notizia di contagio di esseri umani in Romania.


Al termine di una riunione del Centro di lotta all'influenza aviaria, il ministro dell'Agricoltura romeno, Gheorghe Flutur, ha detto che "il virus isolato nei campioni di Ceamurlia de Jos (villaggio del delta del Danubio, ndr) è effettivamente l'H5N1". "Stiamo analizzando le misure necessarie per rafforzare la zona di protezione attorno a quel focolaio", ha detto Flutur. In precedenza alcuni esperti britannici incaricati di analizzare i campioni avevano comunicato telefonicamente i risultati al ministro.

Venerdì è stata annunciata la scoperta di un secondo focolaio di virus dei polli H5 a Maliuc, un villaggio a una sessantina di chilometri da Ceamurlia de Jos.

Anche il sottosegretario alla Sanità romeno, Vlad Iliescu, ha assicurato che "non c'è al momento nessun sospetto di influenza aviaria nell'uomo" nella regione dove è stato individuato il virus dei polli. Il sottosegretario ha comunque invitato ancora la popolazione a rispettare rigorosamente le norme di igiene e a "fare bollire bene o cuocere il pollo e le uova prima di consumarli".

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