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Il figlio del vento: Carl Lewis

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2011 05:16
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30/08/2006 09:26
 
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Da un articolo trovato in rete ( scusi l'autore, ma non ho preso nota del nome)

Presentatosi al mondo con i tre ori di Helsinki dell'anno prima, il 23enne Carl Lewis entra nella storia dello sport, vincendo a Los Angeles 4 medaglie d'oro olimpiche, le stesse di Jesse Owens 48 anni prima: 100 metri, 200, salto in lungo e staffetta 4X100. Aiutato da un calendario degli eventi costruito su misura per consentirgli di riprendersi dai vari sforzi, Lewis domina tutte le competizioni e diventa, ovviamente, l'uomo copertina di una delle più belle edizioni dei Giochi.
Uno dei soli 4 atleti a vincere 9 medaglie d'oro olimpiche, Carl Lewis entrerà definitivamente nella leggenda alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, dove conquisterà la sua quarta medaglia d'oro consecutiva nel salto in lungo.


 
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30/08/2006 16:47
 
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figlio del vento? figlio ma d'un cane. ci persi 20000 lire per colpa sua. avevo scommesso che non ce la faceva a vincere tutte e 4 le gare.
per un povero studente come me 20 carte furono una bella perdita

 
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30/08/2006 22:23
 
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mi stava un po' sul gozzo ma devo ammettere che era un grande atleta. in tutti questi anni non ho mai sentito abbinare il suo nome al doping.
all'epoca gli preferivo Johnsonn, fu per me uno shock la storia del doping a Seul, ci rimasi male veramente , anche se devo ammettere che l'espressione incredula di Lewis all'arrivo dietro dei 100 metri non me la scordo fin che campo [SM=x875408]

 
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30/08/2006 22:25
 
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Caro Giorgio68, se non sono gigli, son pur sempre figli ...
... come avrebbe detto De Andrè.

Ricordo bene gli anni ruggenti di Lewis. Furono l'ultimo scampolo di tempo in cui c'illudemmo (o forse ci volemmo illudere) che l'atletica fosse uno sport pulito, nonostante gli inevitabili doping di qualche stronzo.
Lewis fu certamente un grande campione ed un atleta versatile. L'esser capace di ripetere, negli anni della specializzazione esasperata, le gesta di un dilettante come Owen è un segno distintivo di classe.
Personalmente, il carattere di Lewis mi era un po' antepatico, la faccia familiare eppur imprecisata dell'America di sempre, perennemente in bilico tra il ragazzo semplice e pulito della porta accanto che lavora sodo e crede nei buoni sentimenti ed il genio sgregolato, arrogante ed amorale dello spettacolo e del successo. Ma questi tratti della sua personalità non fecero mai diminuire l'ammirazione per le sue splendide prestazioni in pista.
La cosa che più mi dispiace è che oggi quasi nessuno ricorda che Lewis fu il primo al mondo a vincere due olimpiadi consecutive nei 100 metri (1984 e 198[SM=g27989], impresa fallita dai più leggendari velicisti della storia. Il fatto è che il secondo titolo gli fu assegnato, giustamente, solo dopo che il canadese Ben Johnson, che aveva vinto la gara, fu squalificato per doping (e si meritò il nomignolo di "Bèn Gònfion" appiccicatogli da un satirista italiano) e la medaglia d'oro già assegnata in diretta al reprobo fu in seguito consegnata all'americano.
Un peccato davvero, perché la successiva premiazione fu una cosa puramente burocratica, somigliante più ad una sentenza di scarcerazione per mancanza di prove che non ad un trionfo memorabile qual era. Se quella testa di c...o di Johnson non avesse barato per anni (nella stessa occasione gli furono tolti anche la medaglia d'oro vinta davanti a Lewis ai mondiali di Roma l'anno prima ed entrambi i record mondiali realizzati nelle due occasioni), Lewis avrebbe legittimamente vinto la sua seconda medaglia olimpica sul campo ed a suon di record mondiale (il 9"92 di Lewis nella finale olimpica di Seul, una volta annullati gli incredibili tempi di Johnson, risultò il più veloce tempo mai realizzato legalmente), in un'apoteosi facile da immaginare. Saremmo stati tutti spettatori di un evento atteso da decenni in campo olimpico ed avremmo potuto tenerci l'illusione che l'atletica fosse ancora uno sport sano.
Invece ... Bèn Gònfion distrusse in un sol colpo tutto questo ed il resto è storia. Da allora ho smesso di interessarmi di atletica ed i numerosi casi di doping dell'ultimo ventennio mi hanno sempre più dato ragione. Una volta si pensava che il doping fosse ristretto alle pratiche segrete dei paesi dell'Est, poi si è visto che la cosa era ormai, come dire, "globalizzata".
Pure, il ricordo delle imprese di Carl Lewis è sempre un ricordo piacevole. Sicuramente era "pulito". A volte vinceva, a volte perdeva, era un atleta umano, non un robot, e col tempo anche la sua personalità fanciullesca si fece più matura, diventò un gentiluomo sul campo, magnanimo nelle vittorie, generoso nelle sconfitte.
Anche se quello stronzo di Johnson gli tolse il momento più bello, Carl Lewis rimane sempre un grandissimo campione, l'erede degno del mitico Jesse Owen.

 
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30/08/2006 22:48
 
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Re: Caro Giorgio68, se non sono gigli, son pur sempre figli ...

Scritto da: Il garfagnin fuggiasco 30/08/2006 22.25
... come avrebbe detto De Andrè.


La cosa che più mi dispiace è che oggi quasi nessuno ricorda che Lewis fu il primo al mondo a vincere due olimpiadi consecutive nei 100 metri (1984 e 198[SM=g27989], impresa fallita dai più leggendari velicisti della storia. Il fatto è che il secondo titolo gli fu assegnato, giustamente, solo dopo che il canadese Ben Johnson, che aveva vinto la gara, fu squalificato per doping (e si meritò il nomignolo di "Bèn Gònfion" appiccicatogli da un satirista italiano) e la medaglia d'oro già assegnata in diretta al reprobo fu in seguito consegnata all'americano.
Un peccato davvero, ...



un peccato davvero, confesso che non ci pensavo nemmeno, avevo una certa antipatia verso lui per i motivi che hai ben spiegato tu, ma dopo aver letto il tuo scritto, mi sento un po' in colpa.
una sincera stretta di mano [SM=x875420] a Lewis e complimenti a te per il pezzo, molto interessante e ben scritto

 
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31/08/2006 22:04
 
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Era 1 grande atleta, ma aveva una faccia da c..o insopportabile

 
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le brugoline in faccia e powell
Inutile, enorme atleta, incredibile, uno stile, una forza, una eleganza incommensurabili, grande anche nella sconfitta. Eppure, quel suo modo di volere essere per forza star, gli incredibili completini sportivi da lui disegnati con le spalline rigide (stile uniformi di "Visitors", per intenderci), il suo cercare a tutti i costi di entrare nel mondo della canzone.. non so, lo allontanarono dalla simpatia del grande pubblico, sempre onesto nel tributargli applausi a scena aperta e trionfi cesarei. Nessuno potrà mai dire il contrario, ma resta sempre il mistero delle brugoline in faccia: le avevano molti atleti poi scoperti dopati, o inseguiti da gravi sospetti, le aveva la Krabbe, le aveva Johnson, le aveva anche Lewis, come la Kratoshvilova e la Koch, lie aveva anche qualche altro sprinter. Lui , è sempre risultato pulito [SM=x875406] , ma negli anni '80 girava di tutto! Sarà stata acne... [SM=g27988] Il più bel ricordo che ho di Lewis e la finale mostruosa dei mondiali di atletica di Tokio'91: lui e Powell si scontrarono in una delle gare più incredibili che mai si siano viste nel mondo dello sport, un po' come il duello Villeneuve ( [SM=x875398] [SM=x875407] [SM=g27998] )Arnoux, o come Italia-Germania 4-3. Una sfida ininterrotta di salti oltre i 8.90 m. La spuntò Powell, conil record ma il Figlio del vento non si arrese, e l'anno successivo, vinse l'oro anche Barcellona, ma a 35 anni, ad Atlanta nel 1996 dimostrò, con un ultimo incredibile salto (era 4° o 5°) che nello sport non è mai detta la parola fine! I suoi salti di gioia, le lacrime ininterrotte durante l'inno degli USA, con i singhiozzi, lo stadio Olimpico di Atlanta che urlava il suo nome tutto in piedi(per oltre 5 minuti!!!!!!! [SM=x875446] ), gli altri atleti, che interrotte le loro gare facevano corona al Re! 4 medaglie d'oro consecutive alle Olimpiadi in salto in lungo. Nessuno mai sarà più come lui!

 
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mi avete fatto venire le lacrime agli occhi.
e non solo mi avete fatto vergognare dato che anch'io ero fra quelli che non lo sopportavano e nel '91 godetti come un riccio quando perse con Powell.
ma ragionandoci sopra mi levo tanto di cappello di fronte ad un grande atleta [SM=x875434]

 
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mi faccio perdonare con questo video del CIO:


 
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04/09/2006 01:07
 
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a me piaceva tanto e non lo trovavo nemmeno antipatico!!!!! [SM=x875374]



[SM=x875434] al figlio del vento

 
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bibba, 2006/09/01 0:36:

.., ma a 35 anni, ad Atlanta nel 1996 dimostrò, con un ultimo incredibile salto (era 4° o 5°) che nello sport non è mai detta la parola fine! I suoi salti di gioia, le lacrime ininterrotte durante l'inno degli USA, con i singhiozzi, lo stadio Olimpico di Atlanta che urlava il suo nome tutto in piedi(per oltre 5 minuti!!!!!!! [SM=x875446] ), gli altri atleti, che interrotte le loro gare facevano corona al Re! 4 medaglie d'oro consecutive alle Olimpiadi in salto in lungo. Nessuno mai sarà più come lui!





 
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